Chi sono
Spero di non cedere mai alla tentazione dell’articolo che ruba attenzione. Quello scritto per essere breve, leggibile da tutti, accattivante — ma che alla fine non lascia nulla.
Questo pensiero lo dedico a un amico giornalista, che ogni giorno combatte la disinformazione, e scrive sempre in quel sottile filo tra l’attirare attenzione ed essere veramente informativo. Ad un’amico direttore sportivo che stimo profondamente: uno dei pochi che sanno ascoltare, riflettere e dire ciò che pensano con garbo. A entrambi devo parte della mia ispirazione, di questo progetto, perché mi hanno ricordato che la scrittura è una forma di vera umanità e responsabilità.
Scrivo perché sento il bisogno di farlo. Scrivo lentamente, senza voler gareggiare con il rumore là fuori. Scrivo di ciclismo e di sport, ma anche di biomeccanica, fisiologia, metodo, mente, alimentazione. Scrivo ispirandomi a pensatori come Cal Newport, Massimo Pigliucci, Adam Grant, Garry Kasparov, Alessandro Baricco — voci lontane dallo sport, ma vicine al cuore umano.
In un’epoca in cui la concentrazione sta scomparendo e la gara a rubare attenzione è diventata tossica, ho scelto la via opposta: quella dell’atleta lento. Della scrittura lenta. Della costruzione paziente di senso.
Questo blog non salverà il mondo, ma può — forse — restituire qualcosa. Idee, strumenti, spunti per atleti, allenatori, autodidatti, studiosi, giornalisti, praticanti. Per quanto sia in mio potere, vorrei aiutarvi a sviluppare uno sguardo più razionale e critico su ciò che lo sport propone. E soprattutto, a riscoprirne la bellezza — una bellezza che, seppur filtrata da numeri e strumenti tecnologici, resta profondamente umana. Perché l’asticella si alza… ma anche la gioia di raggiungerla.
Lentamente.
Michele Dalla Piazza
Un atleta lento che osserva e scrive. Questo blog è il mio modo di restituire qualcosa, a un mondo che mi sta dando tanto.